IMPIANTI COMBINATI

E’ noto che per aumentare l’efficienza di conversione dell’energia termica in energia elettrica
occorre adottare un ciclo termodinamico che presenti il rapporto più alto possibile tra le temperature
massime e minime. Tuttavia gli impianti motori termici disponibili presentano tutti delle limitazioni
per quanto riguarda la temperatura minima o quella massima del ciclo. Infatti negli impianti a
vapore, per motivi tecnologici ed economici, la temperatura massima del ciclo è limitata a valori di
circa 550 °C, mentre negli impianti a combustione interna (MCI e TG) la temperatura di scarico è
quella di fine espansione ed è molto maggiore della temperatura ambiente.
Viene allora spontaneo combinare il ciclo termodinamico di Joule di una turbina a gas con il ciclo
Rankine di un impianto a vapore sfruttando in tal modo prima il calore prodotto dalla combustione
del combustibile alle temperature più alte consentite dai materiali di una TG e poi il calore dei gas
scaricati da questa a pressione atmosferica per generare vapore saturo o surriscaldato che
successivamente espande in una turbina a vapore a condensazione fino ad una pressione molto
bassa. In tal modo le temperature estreme di un ciclo combinato che così si realizza (fig.6.17) sono
la temperatura all’ingresso della turbina a gas (oltre 1000÷1200 °C) e la temperatura di
condensazione del vapore, che è molto vicina a quella ambiente e dipende dalla temperatura
dell’acqua di raffreddamento del condensatore disponibile.
Questo tipo di ciclo consente pertanto di realizzare oggi rendimenti superiori del 15÷20% rispetto a
quelli dei cicli a vapore più complessi, mentre l’incremento di potenza è all’incirca del 50% della
potenza erogata dalla turbina a gas semplice.
La ragione per la quale l’impianto con turbina a gas è quello più adatto alla combinazione con un
impianto a vapore risiede nel fatto che per la TG il calore Q2 rilasciato alla sorgente inferiore è
concentrato esclusivamente nei gas di scarico, mentre in un MCI tale calore è distribuito tra gas di
scarico, sistema di raffreddamento, olio lubrificante, ecc..
Tenendo conto degli alti valori di rendimento conseguiti dalle moderne turbine a gas per la
produzione di energia (anche superiori a 0,35), in un ciclo combinato gas-vapore ottimizzato
l’efficienza globale della conversione dell’energia potenziale chimica del combustibile in lavoro
meccanico spesso supera abbondantemente il 50%. Si può pertanto concludere che gli impianti
combinati rappresentano, allo stato attuale delle conoscenze, il sistema a più alto rendimento per
produrre energia elettrica o meccanica in impianti fissi a partire dalla combustione di combustibili
fossili. Spesso tale soluzione impiantistica viene adottata per aumentare la potenza ed il rendimento
di centrali a vapore già in esercizio e di concezione non recentissima (intervento di repowering): in
tal caso viene aggiunto un gruppo turbogas all’impianto già esistente con una modifica del
generatore di vapore che viene convertito per utilizzare i gas caldi scaricati dalla turbina a gas.
In un moderno impianto turbogas i gas di scarico vengono rilasciati a temperature generalmente
comprese fra 400 e 600 °C. Tali livelli di temperatura sono particolarmente adatti per la produzione
di vapore di caratteristiche idonee per essere utilizzato in una turbina a vapore. La fig.6.18 mostra lo
schema impiantistico semplificato di un impianto combinato gas-vapore. Si osservi il generatore di
vapore che è costituito da una caldaia a recupero attraverso la quale transitano i gas di scarico
dell’impianto turbogas.
fig.6.18